Fucking depression

 Non ne posso più di questa gabbia.

Questa gabbia si chiama depressione maggiore. Sono clinicamente depressa da una ventina d’anni. Vent’anni sono un periodo di tempo che ritengo enorme, è l’età di un giovane adulto. In sostanza nell’arco di tempo che un appartenente alla generazione zeta, un “duemila”, un nativo digitale veniva concepito, partorito, svezzato, mandato a scuola, fornito di patente e tessera elettorale io sono stata malata mentalmente.

Attacchi di panico, ansia, depressione, disturbo borderline della personalità. Ho avuto tutto questo perciò sono stata tanto male ma ho avuto anche periodi buoni. Grazie all’aiuto della psicoterapia e dei farmaci ho risolto alcuni di questi problemi (disturbo della personalità e disturbo da attacchi di panico) gli altri invece si sono cronicizzati. 

Ovviamente mi odio.

Chiaramente in questo momento sto vivendo un episodio depressivo piuttosto grave. Da un anno circa.

L’attuale episodio è il risultato di un mix letale di una grande delusione e di motivi puramente biologici.

Per capire la mia depressione e per capire la persona che sono attualmente bisogna tornare indietro ai primi episodi che risalgono, appunto, ai tempi della nascita dei “duemila”.

Lo farò ma non oggi perché è faticoso. È stato faticoso anche aprire questo blog. 

Ad essere onesta trovo tutto estremamente faticoso in questi giorni perché c’è il cambio di stagione e i cambiamenti per me sono sempre un problema. Ora devo riorganizzare le mie giornate in base al nuovo clima che non mi permette di andare al mare ogni singolo giorno e rimanere intere ore con culo e testa in acqua, con la mente vuota e il respiro lento. Anni fa detestavo l’estate e andare al mare, da qualche anno non posso farne a meno. Ora sono disperata perché arriva l’autunno, un tempo tanto amato, e la mia rassicurante routine va a farsi fottere.

Comunque scriverò tutto quello che ricordo di questi ultimi vent’anni.

via thegraphicfairy