venerdì 30 ottobre 2020

Non c'è spazio per la perfezione

 Non sono una persona perfezionista ma soffro molto perché le cose che faccio non sono perfette.

Ma qui non c'è o non ci deve essere spazio per la perfezione.

Ogni mattina esco alle otto di casa, fuori c'è il mio papà ad aspettarmi in macchina, insieme andiamo a prendere mia sorella e poi colazione nel solito bar, io cornetto alla marmellata cappuccino e acqua gasata, mia sorella cannoncino di sfoglia alla crema cappuccino e acqua gasata, mio padre conchiglia di sfoglia alla crema e acqua. Ogni giorno lo stesso bar ogni giorno la stessa colazione anche se oggi mio padre in virtù del fatto che fossimo arrivati 20 minuti dopo il solito orario (i baristi ci avevano messo da parte le nostre paste) ha fatto colazione con una ichnusa da 33 e una pizzetta sfoglia (forse oggi qualcuno indovinerà in che parte d'italia vivo).

tipica colazione del pensionato proletario



Poi se non ho nulla da fare con mia sorella torno a casa e inizio a mettere a posto casa. Penso che le donne che leggeranno quanto sto per scrivere capiranno perfettamente la frustrazione e la pesantezza che il doversi occupare della casa, dei pranzi, degli animali o dei figli possa creare. È il carico mentale: il pensiero costante delle cose che ci sono da fare, cose che non saranno mai in ordine perfetto, perché se lavi in terra non hai il tempo di lavare i vetri, se lavi il bagno non hai lavato i fornelli. E poi la polvere. La polvere è il nemico giurato di chiunque si occupi in prevalenza della casa(solitamente donne). Non esiste panno swiffer, roomba, dyson che la raccolga tutta. La polvere è ovunque ed è in costante movimento. Sugli scaffali, sui mobili, sui tappeti, tra i libri, tra i cd e i vinili. Nei momenti più bui della depressione io penso alla morte e alla polvere.

Ma qui non ci deve essere spazio per la perfezione quindi sì, dopo la colazione con i miei torno a casa e faccio del mio meglio per tenere la nostra casa in ordine considerando che è molto grande, che viviamo con 3 gatti che vanno avanti indietro dal cortile. Quello che faccio non è perfetto ma è tanto e soprattutto non è scontato che io riesca ad affrontarlo. Un mese fa non ci riuscivo. Dovevo farmi aiutare perché occuparmi della pulizia della casa mi era intollerabile tanto stavo male e tanti erano i ricordi d'infanzia e adolescenza dove l'approccio con le pulizie era disfunzionale perché mia mamma (bipolare che non si curava) quando puliva e pretendeva lo facessimo anche noi era sempre arrabbiata, aggressiva, verbalmente violenta. Ho avuto modo di perdonare mia mamma ma quando sto male regredisco ad una fase in cui le aggressioni subite riaffiorano.

Quando termino di mettere in ordine cerco di dedicare del tempo a me stessa, ascolto musica, lavoro a maglia, faccio una chattata con le amiche, 25 minuti di cyclette.

Poi torna mio marito è sono come pacificata col tempo, con lo spazio, con me stessa. Torna sorridendo felice di vedermi e io divento una persona diversa, una persona che mi piace di più che ha voglia di scherzare (non si direbbe ma ho un discreto senso dell'umorismo), pranzare con un umore lieto ascoltando un disco (in questi giorni i Genesis di Peter Gabriel). Dopo di ché la giornata si è messa a posto e trascorre tranquilla tra un ferro a maglia e documentario di real crime.



Conversations with a Killer: The Ted Bundy Tapes, un nuovo cult dell'intrattenimento pomeridiano a base di stupri, occultamenti di cadavere e criminali psicopatici. 

lunedì 26 ottobre 2020

È fortemente raccomandato evitare

 Scrivo con le lacrime che, copiose, mi rigano il viso. Stava andando, tutto sommato, benino, i pensieri veloci e ossessivi di morte si erano placati, ridevo spesso e volentieri, la mia parte genitoriale aveva iniziato ad avere un'atteggiamento accogliente ed accudente verso la mia parte bambina tormentata dal dolore e i pensieri ossessivi. La psicoterapia dava i primi frutti e i farmaci iniziavano a fare effetto.

Poi ieri il nuovo dpcm. Quando l'ho letto ho provato fastidio perché in più di qualche punto ci ho trovato approssimazione e ingiustizia, ma non voglio discutere del decreto, non voglio fare un discorso politico. Voglio solo descrivere l'effetto devastante che ha avuto su di me questo punto:








In linea di massima non cambia nulla per gli spostamenti, non è un divieto ma una raccomandazione ad evitare. Sembra chiaro e invece io lo trovo controverso, cioè governo che cazzo vuoi che faccia? Che mi senta in colpa se prendo i mezzi per andare a fare un passeggiata al mare o ad andare a pranzo in centro con le amiche? O vuoi che mi senta virtuosa a rimanere a casa nonostante  non ci sia un divieto?

Ieri ho avuto un crollo, un attacco di panico come non me ne venivano da anni. L'incertezza su come agire e il terrore che questo dpcm sia solo l'anticamera del prossimo lockdown. 

Sono stata male anche stamattina, le gambe che tremavano, il gelo lungo la schiena e il cuore che mi usciva fuori dal petto. Sono ricorsa a una dose extra di En. Ero sola, sotto shock e dominata dal panico. Mi sto riprendendo ora dopo una telefonata con mio marito che ha deciso che domani andiamo a pranzo al mare. Il mare mi ha salvato tante volte in questi ultimi anni.

mercoledì 21 ottobre 2020

cacca

fonte


Oggi non ci siamo. Cioè le cose più o meno andrebbero benino nonostante la mia situazione. Eppure ho questa brutta sensazione addosso di cose lasciate indietro, trascurate, inconcluse. E poi faccio questa cosa orrenda di guardare cosa fanno le altre persone e sentirmi una merda di fronte ai loro successi, alle loro famiglie che si allargano, alla semplicità con cui sembra conducano la loro vita, al fatto che quando dicono di essere depresse in realtà siano tristi e quando dicono che sono ansiose sono semplicemente agitate.

Mi scopro invidiosa di attività artigianali/artistiche portate avanti e che finalmente raccolgono i frutti (io ho chiuso la mia qualche anno fa incapace di reggere i ritmi del lavoro autonomo), di bambini che vengono concepiti con facilità disarmanti (voglio dire, ci sono donne che rimangono in cinta trombando!), e poi le persone mentalmente sane i cui pensieri, comportamenti e reazioni seguono una linea tutto sommato fluida e sono stati in grado di procedere a tappe. Però poi parlano di depressione e ansia come se fossero degli stati d'animo e non dei disturbi mentali seri.

Non è finita qui. Il 10 ottobre c'è stato World Mental Health Day. Una cosa positiva direte voi, sì rispondo io. Eppure. Eppure per me è stato atroce leggere su instagram i post di tutte queste donne (seguo soprattutto donne attiviste femministe intersezionali) attivissime, con vite piene di significato, che parlavano dei loro disturbi mentali. Una di loro ha scritto un post con 2 foto, in una si vede lei tutta carina pettinata truccata a rappresentare il lato A della sua persona con un curriculum lunghissimo di cose speciali che ha fatto, il suo lavoro, i libri che ha scritto e tanto altro, poi c'è il lato B dove c'è sempre lei però in pigiama a letto con una faccia che non vuole affrontare la vita e il testo riportava l'elenco dei suoi disturbi mentali. Io di fronte al coming out dei dei disturbi mentali di queste donne valide, attive e che ammiro mi sento ancora una merda. 

Mi sento una merda perché invidio amici e conoscenti, mi sento una merda perché di fronte ad un'azione collettiva di normalizzazione della malattia mentale e lotta allo stigma sento un po' di rancore e invidia verso delle persone che mettono la loro vita privata a disposizione di tutte/i. Penso anche che loro possono "permettersi" di parlarne perché hanno già una credibilità dovuta ai loro successi e poi penso che io sentendomi in difetto perché di fatto non ho un lato A non ho il coraggio di parlare della malattia mettendoci la faccia. E infatti sono qui in anonimo.

A 42 anni con una bella famiglia, un rapporto splendido con mio marito, una bella casa e un tenore di vita modesto ma decoroso non so ancora chi sono.  Mi biasimo per non essermi realizzata anche se so benissimo che non avrei potuto e non mi rassegno al fatto che certe cose non le posso fare perché ne va del mio equilibrio. 

Mio marito mi dice che devo "solo" trovare la pace e vivere semplicemente la nostra vita, perché è bella,  perché noi due siamo belli, con un sacco di interessi in comune, anche se diversissimi l'uno dall'altra(lui è fra quelle persone che non sanno cosa sia un attacco di panico o un periodo di depressione), sempre in viaggio in giro per l'europa a trovare amici, per festival di musica rock e metal, ad assistere o a suonare (ora purtroppo fermi a causa del covid). Ci provo ma ho ancora tanto da mettere a posto dentro me stessa.


lunedì 19 ottobre 2020

Jane Fonda

Rieccomi da sola a casa la mattina di un lunedì. Devo ammettere che la solita tremarella che mi coglie quando sono sola e senza fare nulla è un po' diminuita. Non ne sono sicurissima ma la nuova terapia farmacologica sta iniziando a dare i suoi effetti. I pensieri sono più definiti e fluidi e sempre più raramente mi trovo ad essere paralizzata dalla paura e dai pensieri oscuri. Rido di più e faccio in modo che il cattivo umore e la prostrazione siano se non spariti messi in attesa per quando mio marito torna da lavoro. Non è finzione è fare in modo di godermi una delle mie cose preferite cioè gioire nel vederlo arrivare. Poi gliene parlo se ho avuto una brutta mattinata e gli dico anche le cose più brutte, i pensieri più preoccupanti. È grazie  a lui se rido tanto, anzi è grazie alla nostra complicità e al senso dell'umorismo che nel corso degli anni si è sintonizzato. A volte, un tempo era più frequente, balliamo, mettiamo un cd o un vinile dei judas priest, degli iron maiden o degli ac/dc (la lista è infinita perché abbiamo una notevole collezione di musica rock e metal) e balliamo come due bambini cioè saltando, facendo piccole coreografie alla jane fonda che fa aerobica, abbracciandoci e ridendo col fiatone.


La vita sarebbe più facile e serena se mi ricordassi delle cose belle che ho e mi accettassi una volta per tutte. Qualche anno fa, prima di iniziare le procedure della pma (procreazione medicalmente assistita) avevo raggiunto un certo livello di pace e se non proprio autostima non c'era questo disgusto, questa riprovazione nei miei confronti. La pma è un percorso dove si investe un enormità di energie mentali, di emozioni e di speranza, qualche soldo (nella mia regione si paga il ticket delle visite mentre interventi e medicinali sono gratuiti). Poi si gioca col proprio corpo e il proprio ciclo mestruale con iniezioni di ormoni, ci si fa aspirare gli ovuli in anestesia totale poi si accolgono gli embrioni formati in provetta. 15 giorni dopo si saprà se c'è una gravidanza o no. Nei miei 5 interventi non ho mai avuto una gravidanza anche se sulla carta sia io che mio marito siamo a postissimo. È stata dura e ne sono uscita con il cuore e le ossa rotte.  Sto faticosamente rimettendo a posto i pezzi e non so cosa ci sarà alla fine del viaggio e chi sarò diventata.

venerdì 16 ottobre 2020

mi sento stranetta

La tremarella mattutina continua, ieri in torno alle 10 ho preso una dose extra di En ma visto che dopo un'ora non faceva effetto ho preso una seconda dose extra.
Di fatto ero seduta sul divano con la schiena dritta, il culo stretto e la sensazione di essere spacciata. Ero sicura che non avrei superato la mattina e che mio marito tornando dal lavoro mi avrebbe trovata mummificata sul divano con la schiena dritta, il culo stretto e una paresi di rassegnazione letale.
Eppure non ero sola, c'era mia sorella e di solito quando stiamo assieme anche se è una giornata di quelle che era meglio che non mi prendessi il disturbo di alzarmi dal letto, riesco a stare tutto sommato tranquilla o se proprio mi devo disperare inizio a piangermi addosso, a biasimarmi etc etc sino a quando gli occhi le si rivoltano all'indietro le esce la schiuma dalla bocca e allora mi placo.

Invece ieri no schiena dritta, culo stretto, paresi facciale e la morte dentro. Mi sono ripigliata un po' quando ho pulito la merda dei miei gatti e passato il swiffer per raccogliere i loro subdoli peli. Con la quantità che raccolgo ogni giorno potrei farne maglioni, tappetti, centrini. Insultare i miei gatti e i loro peli è un'azione che richiede una gran quantità di energie o perlomeno una quantità di energia che destinerei ad altro se avessi veramente voglia di fare qualcosa.
Stavo  per far fare una lista delle cose che mi piaceva fare un tempo ma sono convinta che Sconsy non ci vedrebbe niente di utile perché mi devo concentrare sul quì ed ora. Quindi se proprio voglio fare una lista deve riguardare tutte le piccole insignificanti cose che faccio ora e una volta scritta devo dare importanza e significato ad ogni mia azione.
Quindi niente lista oggi.

mercoledì 14 ottobre 2020

inquieta

Stasera sono inquieta, ho la tremarella e un po' di tachicardia (chissà se i battiti sono tutti uguali).

È il disagio dato dalla sensazione di non aver combinato niente in tutta la giornata quindi ora faccio una lista di cosa ho fatto oggi. (Questo è uno degli esercizi consigliati da Sconsy, scrivere le cose che faccio e riconoscerle)

8.30 al bar a fare colazione con mia sorella e il nostro papino tenero e burbero. È un appuntamento quotidiano. Dopo ho sistemato casa, anzi una parte (abbiamo un casa molto grande), lavastoviglie, lavatrice, swiffer (viviamo con 3 gatti), preparato un pacco da spedire (ho delle rimanenze dalla mia vecchia attività artigianale), ho preparato il pranzo, ho accolto con sincera gioia mio marito al suo rientro (gioisco ogni giorno quando torna a casa), pranzato, guardato un po' di youtube e netflix assieme a lui e nel mentre sferruzzavo un maglione per me.

È tutto lì nero su bianco, ho fatto un sacco di cose eppure mi sento inconcludente.

Sino a quando non farò pace col non essere diventata madre non sarò in grado di godere della mia vita che se la scrivo e la leggo è bella.

martedì 13 ottobre 2020

La grande lezione della mamma

 Mia mamma si prendeva cura di me amandomi molto. Ora io mi prendo cura di me amandomi davvero poco.

Venerdì scorso in seduta con Sconsy non c'è stato verso: al suo invito a rivolgere a me stessa le stesse frasi che mi diceva mia madre c'è stato un silenzio pieno di lacrime. Non ho potuto, non le ho riconosciute come frasi da attribuirmi.

L'esercizio di oggi è scrivere, oltre l'elenco delle cose che materialmente faccio, delle frasi consolatorie e di amore verso me stessa.

Nell'ultimo mese ho preso informazioni per iscrivermi in piscina, dato che occorre il certificato medico sportivo ho cercato e trovato uno studio medico specializzato, mi sono recata -da sola- alla visita. La visita ha evidenziato un'anomalia nel battito cardiaco -forse lo stress e l'ansia-, sono andata dalla mia dottoressa di base per farmi prescrivere tutti gli accertamenti richiesti dal medico sportivo. Ho trovato un ambulatorio dove le farò distribuite il 22 ottobre e il 5 novembre. Vado da sola alle viste di Lilli e le visite di Sconsy. In conclusione mi prendo cura di me con le azioni e i dati di fatto. 

Non mi dico che andrà tutto bene ma che andrà meglio. Merito di stare bene e di condurre una vita serena con i miei cari. Merito di vivere, merito di gioire sinceramente, merito di trovare la pace con me stessa e finalmente in pace vivere. Merito di volermi bene almeno un po'.

venerdì 9 ottobre 2020

C'era una volta la mia mamma

 Mia madre è stata per me una mamma immensa. Lei era piena di tutto: di forza, di vitalità, testardaggine, di rabbia, di gioia, di curiosità, di innocenza, di tenerezza, di empatia, di grande amore, di sbalzi d'umore, di reazioni e azioni disfunzionali, di comportamenti aggressivi ma anche passivo aggressivi, di forti traumi, di fragilità, di empatia, di disturbo mentale mai curato.

Lei non ha mai nascosto neppure un aspetto della sua personalità. Per me è stata tutto nel bene e nel male.

Mi ha reso tanto felice e mi ha fatta tanto soffrire. L'ho amata tanto e ho avuto la fortuna di averla perdonata prima che se ne andasse.

Oggi voglio parlare della mamma buona, per mettermi in contatto la mia parte genitoriale buona, accogliente e rassicurante.

La prima cosa che mi viene in mente è il suo abbraccio, lei era piccola ma tra le sue braccia mi sentivo a casa, accudita e protetta. Diceva "andrà tutto bene" e io ci credevo, mi calmavo e riponevo speranza nel futuro. Scrivere del suo abbraccio è stato molto emozionante e triste. Il suo abbraccio mi manca e in questo momento nel avrei davvero bisogno, vorrei sentire ancora "andrà tutto" bene, perché l'andrà tutto bene della mamma significa molto di più di un augurio, significa "io ci sarò", significa "comunque vada io ti starò vicina e in una maniera o nell'altra le cose si aggiusteranno". Era solita dire anche "a tutto c'è rimedio, tranne alla morte" e ci credeva fortemente, negli anni ho avuto modo di constatare che è una grande verità se si guardano le cose dalla giusta prospettiva e se si è in grado di accogliere i cambiamenti e i compromessi.

Lei credeva in me, mi supportava e mi ammirava. Se raggiungevo qualche piccolo obbiettivo mi celebrava e ne era orgogliosa. Quando stavo male si prendeva cura di me, cercava i medici, mi accompagnava alle visite, mi ascoltava e mi teneva tra le braccia.

Il rapporto con mia madre è stato molto più complesso di come l'ho appena descritto perché non ho parlato dei conflitti, della sua parte oscura, dei suoi traumi che sono diventati anche miei, del rapporto disfunzionale che avevamo. È stato il rapporto di più intenso che ho mai avuto. 

Il mio istinto di maternità è nato con lei, nella mia testa di bambina, adolescente, giovane donna io ho sempre inteso il mio desiderio come la continuazione del legame di mia madre con me con il legame che io avrei avuto con i miei figli.

Dovrei prendere un po' di questo amore generato alla mia nascita e rivolgerlo verso me stessa. 

martedì 6 ottobre 2020

timidamente fiduciosa

 L'ultima volta che ho scritto ero in preda ad una crisi in cui ero paralizzata da pensieri velocissimi e ossessivi. Pensavo alla morte come soluzione. Quello stesso giorno ho visto Lilli e le ho detto cosa mi stava passando per la testa, come al solito mi ha chiesto quale metodo/mezzo avevo in mente per attuare il proposito (ingestione di intera boccetta di En eventualmente di un'altra di Xanax più compresse varie di En) e quanto forte fosse la volontà/pulsione a compiere il gesto in una scala da 0 a 100 (era 70).

Le ho detto che avevo paura, che non volevo morire e che questi pensieri non li riconoscevo come miei. Venivano da un buco nero e mi travolgevano.

Mi ha riprescritto il Litio (bentornati Nirvana) e aumentato la dose della Quetiapina.

A distanza di quasi due faticose settimane credo che i  farmaci inizino a fare effetto. Mi sento un po' più calma e timidamente fiduciosa.

Durante queste due settimane ho continuato ad andare al mare e nuotare nell' acqua ormai fresca. La sensazione di benessere è travolgente tanto da farmi ricordare la felicità.

Con Sconsi abbiamo stabilito che devo trovare un'attività da svolgere in autonomia per aiutarmi a costruire una nuova routine e per concedermi a me stessa qualcosa di bello. Una piccola attività propedeutica ad altre che vorrò affrontare una volta presa confidenza con i miei nuovi traguardi ma anche che mi rieduchi a volermi bene.

Ho scelto la piscina ma è tutto in sospeso perché durante le visite per ottenere il certificato medico si è scoperto che ho un'anomalia al battito cardiaco, quindi devo fare accertamenti. Molto probabilmente l'anomalia è causata dallo stress.


ma porca p***ana

  Ovviamente il fatto che nell'ultimo post abbia dichiarato di stare benino e che se strabuzzo gli occhi vedo un pallido bagliore all...