martedì 1 dicembre 2020

In precario equilibrio

 Stamattina al bar con mia sorella e mio padre la radio ha sospeso la regolare trasmissione di canzoni dimmerda e ha attaccato con le CANZONI NATALIZIE. Alle prime note di "All I want for Christmas is you" di Mariah Carey ho pensato al suicido e non avevo ancora iniziato a bere il cappuccino. Mio padre dopo poco è andato via dando una tenera testata ad entrambe, lui l'affetto lo dimostra così. Dicevo mio padre se n'è andato senza nemmeno essersi reso conto del dramma appena iniziato, la radio nel frattempo passava a George Michael e Jose Feliciano (Feliz Navidad!!!). A Frank Sinatra ero prostrata, senza più aspettative nel domani e neppure nel pranzo.

Il fatto è che per quanto uno possa fare un ragionamento razionale, magari cinico e perché no, disfattista si aspetta sempre qualcosa dal Natale, perché è la festa più importante di quando si è bambini e questo è un imprinting potente, perché ci sono le aspettative delle persone che ci circondano (tipo mia suocera che vuole a tutti i costi riunire la famiglia nonostante la pandemia) , perché si è bombardati da film, serie tv, adv su ogni sito e pagina di internet, volantini pubblicitari dei supermarket. Ci aspettiamo che succeda una magia al momento dello scambio dei pacchi, che si rida complici guardando "Una poltrona per due", che dopo il brindisi si abbia lo slancio divertito per giocare a tombola o streep poker (difficile a casa di mia suocera). Invece si è provati dalla digestione, ormai stufi di sentire sempre le stesse storie di ogni anno, con i coglioni un po' girati perché i regali donati hanno ricevuto debole entusiasmo o peggio una critica. Da 10 anni a questa parte il natale mi devasta, mi abbruttisce, mi sfibra.

E poi ci manca mia madre. Con lei tutto il periodo che precedeva il natale era una vera merda, le saliva una carogna che durava giorni sino a tutto il 24. Poi, la sera, quando ci mettevamo a tavola con l'albero illuminato la cui base era letteralmente zeppa di pacchetti, gli antipasti nei piatti lo spumante nel bicchieri (soprattutto in quello di mia madre) ecco la magia. Festeggiavamo, lei era calma e noi eravamo raggianti di felicità. E a mezzanotte decine di pacchetti pieni caramelle, oggettini inutili, di piccole cazzate super gradite, qualche regalo richiesto, il pavimento del soggiorno pieno di carta, nastri, caramelle mio padre addormentato dalle 11 e mia madre col bicchiere sempre pieno di spumante che rideva sciocchina. Quanto ci manca.

Natale a parte, le mie giornate scorrono lisce, abbastanza simili ma tutto sommato tranquille. Sono nervosa però. Mi incazzo per le ingiustizie sociali, per il patriarcato, il capitalismo, il neocolonialismo. Odio la gente, odio la gente nei social network, Facebook è ormai una cloaca impraticabile. Sto meglio su Instagram dove seguo solo chi mi piace e che reputo utile per accedere a delle informazioni preziose: attiviste (femministe, queer, della salute mentale), qualche giornalista, una serie di divulgatori scientifici, poi artisti, artigiani, musicisti. Nessuna connessione con amici come invece avviene su Facebook. Su Facebook mi sembra davvero di farmi gli affari personali della gente che conosco dal vivo che proprio dal vivo non mi parlerebbe mai di quegli affari che condivide su Facebook. Questa cosa mi fa ammattire.

Le mie amiche storiche. Le evito. Sono troppo nervosa e potrei trasformare un semplice pranzo (in genere tutte distanziate all'aperto al mare, la sicurezza è importante) in uno sproloquio dove schiumo rabbia contro la violenza di genere e la narrazione sbagliata e tossica che ne fanno i giornali (tipo una frase a caso di Vittorio Feltri). E poi ho il problema della mia proiezione sulla mia amica neo-mamma (io la chiamo invidia, ma é Sconsy la professionista). 

Insomma dicembre è appena iniziato e non ho già più voglia.

9 commenti:

  1. R. Il vero Natale è nel cuore di un uomo. Il progresso l'ha frantumato. Quindi il Natale non esiste. La mia unica speranza è che arrivi presto il 7 gennaio.
    Un abbraccio.

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  2. Quest'anno sarà probabilmente il Natale che aspetti da dieci anni. Goditelo. ;)

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    1. Magari Franco, purtroppo sono 10 anni di natali così così perché mia madre manca da 10 anni.
      Comunque nella vita passa tutto anche il Natale!

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    2. ..scusa se insisto.. ma un Natale così, quest'anno, te la esalta come non mai la tua mamma, anche se lei c'è sempre.. (quest'anno sarà anche il mio primo Natale senza mia mamma, ma stranamente, sarà un Natale ricco di lei.. )

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  3. col tempo ho stretto alleanze di non regalanza con tutti gli amici. Con mia sorella invece cerchiamo di ricreare un briciolo di quella magia che solo mia mamma e i suoi momenti buoni creavano, ed era un vero miracolo perché mia mamma aveva un carattere difficile e soffriva di disturbo bipolare che non curava, perciò sbalzi d'umore costanti e violenti. Però il 24 notte puntualmente si calmava e iniziava il Natale.

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  4. bombardati? basta spegnere tutto, se proprio si è tanto sensibili.
    natale per me è un giorno come un altro, ovvero tempo da vivere.
    buona sera

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